New York… “Step out the front door like a ghost, into the fog where no one notices, the contrast of white on white” … le note di Round Here dei Counting Crows sparate dal mio IPod, accompagnano una mattinata di sole e cielo azzurro. Il contrasto e’ tale che ogni cento metri diviene spontaneo accogliere l’invito a sollevare gli occhi verso la maestosita’ delle costruzioni circostanti…sembrano erigersi al punto più’ alto dell’infinito. Nel suo caos inarrestabile, frenetico come appare a chi non vi convive, ogni cosa sembra collocata a dovere, quasi una scenografia hollywoodiana. Multietnie conviventi; mix di classi sociali che si intersecano nelle loro quotidianita’ senza sfiorarsi; aree lussuosissime ed aree degradate separate solo dal colore della pelle o dal valore del l’estratto conto dei residenti; perfetti campi da baseball, basket o football incastonati in verdi e curati giardini e piazze circondate da case fatiscenti ai cui piedi rifiuti e odori nauseabondi identificano chi vi abita; chi fa jogging, pedala in bicicletta, dipinge, ascolta musica sdraiato su una panchina, fa shopping come portare il cibo alla bocca e chi si fa di crack stravaccato per terra; piscia nel prato incurante di chi vi passa accanto; suona una chitarra pensando ad Hendrix raccogliendo quanlche cent; chi s’imbuca in centri commerciali per rubare al malcapitato o come un flash fotte qualcosa alle bancarelle sui marciapiedi. Curatissimi operatori di Borsa e pezzenti che si trascinano agli angoli delle vie piu’ affollate. Il bianco sovrasta il nero e viceversa, basta cambiare strada. Accanto ai city angels che umanamente si prodigano per migliaia di homeless, criminali costringono la polizia a sparatorie da far west in pieno centro inorridendo di terrore chi vi passa. Auto, moto, biciclette, track, ambulanze, Suv della polizia…tutto si muove sempre e solo di corsa. Ma basta fermarsi sotto un albero ed osservare per comprendere che se l’istinto protende verso l’alto, nel competere, realizzarsi, affermarsi, la realtà’ molte volte si ferma al gradino più’ basso se non sprofonda verso l’inferno. Nella metropoli piu’ ammirata ed invidiata del mondo, sono ancora migliaia i senza tetto, i disoccupati e i criminali che cercano di scavalcare il destino. Di loro interessa poco o niente a nessuno, le associazioni di volontari fanno quel che possono con quel che ricevono. Il gap tra chi ha e chi non possiede si allarga sempre piu’ e mentre vengono spesi miliardi per conquistare un potere che ripaghera’, accrescendo quanto speso, la politica cancella giorno dopo giorno il volto umano di chi dovrebbe servire, formare, crescere garantendo opportunita’, parita’ e diritti. Forse e’ per questo che i grattacieli son sempre più’ alti, per non guardare in basso , calpestando chi la’ in alto non arrivera’ mai. Mi scosto dall’albero, attraverso la strada e riprendo a camminare stando ben attento a guardare solo in alto.