New York. Prima giornata nella Big Apple che si appresta ad ospitare due eventi di massa oramai sotto i riflettori di tutto il mondo : la maratona che si terra’ domenica 6 e l’elezione del Presidente americano martedì 8. Due appuntamenti che stanno attirando nella metropoli , decine di migliaia di persone per non dire di piu’. I maratoneti provengono da ogni parte del mondo, affollano aeroporti (3), taxi, metropolitane, hotels e strade. Tutti in perfetta forma, conoscono percorsi, difficolta’ e soprattutto se italiani anche il programma di soggiorno super pianificato, almeno stando a sentire i commenti camminando o incrociandoli alle soste di semafori o mezzi pubblici . L’altra e’ la categoria dei media: giornalisti, free lance, reporter, fotografi, analisti, commentatori, sono a centinaia e si trovano ovunque, negli Starbucks , nei pubs, o nei tavolini esterni di brasserie o ristoranti, infatti dimenticavo di dirvi che qui il clima e’primaverile , pare di esser a Roma nelle famose serate d’autunno ancora inzuppate dell’estiva calura. Di tutto questo i newyorkesi sembrano non preoccuparsene troppo, sempre terribilmente frenetici nel loro caos quotidiano. Risentono pero’ dello stress a cui la seconda categoria citata li ha sottoposti nelle ultime settimane a causa elezioni, tanto che voci avvisano di usare cautela perche’ a tentativi di intervista si potrebbe gratuitamente ricevere il classico Fu.. you…. insomma siamo avvisati. Quello pero’ che seriamente preoccupa e’ il problema sicurezza di fronte ad una imponente presenza di massa. Pubblica sicurezza ed agenti anti terrorismo operano senza tregua da settimane preparandosi a gestire gli eventi ma la memoria degli attentati del 2013 a Boston proprio nel corso della maratona sono ancora freschi e preoccupano non poco. Tornando alla politica, registro l’impazzato scorribanda della signora Clinton negli Stati chiave, riesce a farne tre anche in una sola giornata, mentre la disperazione monta nel suo quartiere generale; sul fronte repubblicano invece l’entusiasmo e’ alle stelle; negli “White States” i veterani hanno voltato gabbana e ora incensano il Tycoon facendolo volare nei sondaggi nazionali ma soprattutto elevandolo di orgoglio. L’arma segreta repubblicana e’ la speranza. Sono ottimisti, sperano che nel segreto dell’urna gli americani decidano anonimamente di voltar pagina alla storia. A domani. !