Una, cento, mille Piana Sant’Angelo a San Salvo, e con essa il dramma e lo sconforto di cittadini lavoratori o pensionati. I primi se appartenenti alla categoria commercianti i secondi perché soli, indifesi e facilmente neutralizzabili. Pietro Tinari è l’ultimo di una serie, almeno lui è vivo, altri, come Giuseppe Maver ucciso a Lecco il 25 novembre del 2004 da due ragazzini è ormai polvere e nei cuori dei propri cari. Tinari ha gettato la spugna e con razionalità e disperazione chiude a giorni la sua attività di distributore, incamminandosi verso Paesi dove le parole “Stato-Giustizia-Legalità” hanno ancora valore. Negli anni abbiamo assistito inermi alla trasformazione dei nostri centri abitati, indipendentemente essi piccoli paesi o metropoli, in abitazioni bunker. Finestre e balconi con inferriate, sofisticati sistemi di allarme posizionati in ogni dove e collegati alle forze dell’ordine ove possibile, ma soprattutto al crescente senso di sfiducia e smarrimento dei cittadini. Uomini e donne che pagando tasse avrebbero diritto anche a normalissimi ed elementari servizi di sicurezza. Le foto sui giornali o le immagini propinate all’ora di cena dai vari telegiornali mostrano brutalità infinite, barbarie e delitti consumati anche per una manciata di euro, lasciando nella memoria di chi subisce, terrore e angosce ininterrotte per il resto dei loro giorni. Chiedere a chi ha provato. Ogni tanto qualcuno azzarda, invoca il diritto all’autodifesa, offrendo il fianco a vari politici da talk show per un nuovo populismo d’assalto. Peccato poi verificare come le vittime siano tramutate in carnefici come il paradossale caso del rapinatore ucciso a Nante (VI) la cui vedova ha occupato abusivamente pochi giorni fa con quattro figli, un appartamento delle case popolari, ritenendolo un diritto risarcitorio, privandone così i legittimi destinatari per requisiti. Ma, analizzando bene, abbiamo una sola certezza : l’incapacità delle Istituzioni, nazionali o locali di controbattere un fenomeno oramai inarrestabile e acutizzato dal continuo numero di immigrati, tra i quali si celano malavitosi in cerca di occupazione. Ma come possono contrastare o annientare questo clima sociale quando, chi li ha preceduti ha dissipato in modo irragionevole e delinquenziale soldi pubblici portando una spesa pubblica fuori controllo ? E’ legittimo che forze dell’ordine debbano, nei casi peggiori, pagarsi la divisa ? O peggio, diminuire la propria presenza sul territorio perché senza fondi per comprare carburante per le auto di pattuglia ? Come possiamo pensare di essere tutelati con fondi ad hoc destinati, quando i nostri Comuni sopravvivono con l’inarrestabile aumento di balzelli o triplicando annualmente gli autovelox sulle nostre strade! Questo è un Paese che sopravvive, perché finché i drammi toccano gli altri, si persegue la logica dell’interesse proprio. Manca da decenni lo scheletro e la statura della collegialità, del senso dello Stato, il senso di una rivoluzione che riabiliti il diritto e non solo i doveri. Corruzione, caste, lobbies, e partiti, tanti, troppo facilmente ripiegati a compromessi o tentazioni, hanno di fatto teso la mano ai più forti e ai disonesti, dimenticandosi che la spina dorsale di quest’Italia sono i milioni di uomini e donne qualunque, ma anche imprenditori, commercianti e liberi professionisti onesti, negli anni dediti a costruire un Paese invidiato nel mondo. Con che coraggio parlare alle nuove generazioni , quando l’unica chance contro la disperazione d’esser lasciati soli contro il terrore è fare le valigie e andarsene ? Anni fa, quando dilagavano pubblicamente i danni combinati dalla maggior parte di questi politici di carriera, avremmo dovuto attenderli fuori dai loro palazzi, senza violenza ma con barricate decise, con l’unico scopo di ricostruire e ridare dignità a questo Stato…il nostro Stato.