Il 25 marzo del 1957, nel secolo scorso, alcuni uomini politici ebbero il coraggio di guardare lontano facendosi avvolgere da emozioni costruttive, certi avrebbero tracciato la strada per un futuro umano e comunitario migliore. Di anni ne sono trascorsi, e con essi, governi succeduti, imponenti figure di statisti sostituite da comparse mediatiche destinate a sgonfiarsi come l’arroganza e ipocrisia usata ad obiettivi spenti. Ciechi e sordi agli umori dei cittadini, veri titolari dell’esercizio del potere in democrazia, hanno lentamente sostituito ideali nobili e chiari con la costruzione di un fanta-stato governato da tecnocrati e da politici di serie B, nella maggior parte dei casi collocati per sopperire alla decadenza d’elettorato nei singoli Paesi d’appartenenza. Una gigantesca gabbia fatta di commissioni , numeri, e tonnellate di carta passate di mano tra migliaia di pseudo collaboratori e consulenti. Già negli anni novanta era percettibile il soffocamento legislativo al quale italiani ma non solo, erano obbligati. Norme su norme, utili solo a spendere denaro per ottemperare alle stesse. Piccole imprese, commercianti ed artigiani furono i primi a divenire allergici a questo carrozzone burocratico dal quale uscivano a ritmo sostenuto leggi a volte sorprendentemente inutili. Ma anche allora però vi erano differenze, per certi Paesi la norma era certa, per altri interpretabile, ne parlo a ragion veduta per aver operato al loro interno. Ma nel momento opportuno, solitamente in campagna elettorale o ad un calo di consensi era immediato il ritorno mediatico ai pensieri dei padri fondatori. Che sogno, visitare altri Paesi senza necessità di controlli alle frontiere… Ci sarà mai un mondo senza frontiere, quando ancora siamo in piena guerra fredda ? E ancora… Pensate ad un grande Stato con un’unica moneta , basta, correre in banca, prenotare valute, cambiare denaro in ingresso o uscita anche solo per un weekend . Forse , avranno pensato gli omuncoli politici di allora, se li accontentiamo con questi obiettivi noi potremmo goderci anni di tranquillità sui nostri scranni, esercitare la nostra professione anche nel nostro Paese e venire solo a votare quando serve, le assenze non sono cosa importante ma soprattutto ottenere una congrua remunerazione mensile e una pensione d’eccellenza. Il sogno divenne realtà ma a volte la stessa supera le aspettative e dietro l’angolo fece capolino una crisi economica, e con essa, caduti i muri comunisti anche la fila per sedersi nella stanza dei bottoni. Così diventammo tanti ma davvero tanti e per esser ospitali, cominciammo a chiudere un occhio e poi a metterci una benda, ai requisiti di accesso, alle modalità di erogazione dei fiumi di denaro destinati ai nuovi arrivati (pagati con le nostre tasse). Una cecità sempre più irrecuperabile al punto di trovarsi seduti allo stesso tavolo con capi di governo intenti a capovolgere sistemi democratici in favore di semi-regimi censori e autocratici o ancora a non avere il coraggio di rispondere “no” a domande di adesione di Paesi che negano diritti umani in cambio di interessi economici. In tutti questi anni, mai una politica comune ma interessi singoli a spron battuto a secondo della situazione o del momento storico politico. Non una politica estera, un presidente del consiglio con poteri decisionali, non una forza di difesa ma bensì solo una moneta unica, guarda caso per interessi economici (di pochi) ma soprattutto l’incapacità di dotarsi di una costituzione, prima pietra angolare di uno Stato confederato o meno , che voglia strutturarsi per crescere ed essere competitivo. Nel frattempo la crisi si estendeva e a farne le spese i Paesi più fragili e più ricattabili finanziariamente. Tensioni internazionali causate da una trasformazione dei poteri geo politici tra le grandi super potenze e quelle emergenti hanno generato flussi migratori e fatto deflagrare ribellioni nelle nuove generazioni sfociate tra indignandos e primavere varie ma quel che è peggio ispirato una nuova e terrificante generazione di terrorismo internazionale, talmente fluido da risultare impercettibile nelle sue componenti politiche, ideologiche e religiose ed ognuna di esse porta a confusioni, provocazioni e a opporre cittadini gli uni contro gli altri. Ancora un soffio e questa Europa decadente e mai nata vedrà crollare le sue frontiere in nome della sicurezza ma anche la sua forza politica, in nome delle egoistiche aspirazioni di singoli Stati governati da incapaci politici, promotori della sepoltura di veri ideali comunitari e con essi la speranza di milioni di giovani europei che per anni hanno sognato un futuro pieno di opportunità e risorse con le quali costruire la propria esistenza. Vecchia Europa … Solo un vecchio scarpone.
Bellissimo e vero in tutto…. Ci hanno fregato e noi siamo d’accordo…..un bel gregge di pecore….
Ti ringrazio per il commento. Era solo una personale opinione ma credo condivisa forse da molti. Buona serata .