… La mia vita ora dipendeva dal trovar lavoro, ed ero così ansioso che accettai la prima offerta, un posto di fattorino in un negozio di abiti fatti che vendeva ratealmente a negri. Il negozio era sempre pieno di negri e negre che palpeggiavano vestiti ordinari e pagavano qualsiasi prezzo il padrone bianco chiedesse. Il padrone, suo figlio e il commesso, trattavano i negri con aperto disprezzo, spingendoli, pigliandoli a calci, schiaffeggiandoli. Assistevo continuamente a queste scene e tuttavia non potevo abituarmici. Come potevo sopportare cose simili ? mi chiedevo. Stavo sui carboni ardenti, cercando di dissimulare i miei sentimenti, senza mai riuscirvi del tutto, e in preda a un senso di colpa e di timore poichè sentivo che il padrone sospettava il mio risentimento per ciò che vedevo. Un giorno, mentre stavo lucidando gli ottoni della facciata, il padrone e suo figlio arrivarono in automobile, tenendosi in mezzo una negra spaventatissima. Scesero, e a calci e spintoni introdussero la donna nel negozio. I bianchi passavano e guardavano indifferenti. Un vigile bianco osservò la scena dall’angolo dell’isolato, mulinando la sua bianca mazza, ma non fece un passo. Io guardai con la coda dell’occhio ma non rallentai i miei colpi di cencio di camoscio sull’ottone. Dopo qualche momento udii grida acute provenire dal retrobottega, e poi la donna si precipitò fuori barcollando, insanguinata, piangente, comprimendosi il ventre, le vesti stracciate. Quando fu sul marciapiedeil vigile le si fece incontro, l’afferrò, l’accusò d’ubriachezza, chiamò il furgone cellulare e la spedì. Quando andai nel retrobottega il padrone e suo figlio si stavano lavando le mani al lavandino. Mi guardarono e risero imbarazzati. Il pavimento era insanguinato, disseminato di ciocche di capelli e brandelli di vestito. Il mio viso dovette riflettere la mia impressione, poichè il padrone mi battè sulla schiena, rassicurante.
“Vedi, ragazzo, ecco come si trattano i negri che non pagano le rate,” disse.
Il figlio mi guardò e sogghignò. “Tè, pigliati una sigaretta“, disse. Non sapendo come fare la presi. Lui accese la sua e poi mi porse il fiammifero acceso. Era un gesto gentile, implicante che, anche se avevano picchiato la negra, non avrebbero picchiato me se sarei stato così furbo da tenere il becco chiuso. “Sì Signore“, dissi. Andati che furono, sedetti sull’orlo d’una cassa da imballaggio e rimasi a contemplare quel sangue sul pavimento fino a che la sigaretta si spense. …
Richard Wright (Ragazzo Negro)
This is also one of the reasons why men and women who sleep on memory foam do not roll above nearly as a lot as they did just before.
Quality memory foam mattresses only need a platform base underneath them to provide the mattress with
enough of the support it needs to function properly.
So, when each of our mattresses simultaneously began to
show signs of dipping and sagging, we had to find a
cheap way to fix them.
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Encorе un sublime post, je compte en parler dans la semaine
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