Ricordo, quando avevo vent’anni, davo la colpa ai cinquant’enni. Oggi che i cinquant’enni di allora sono ottuagenari, i miei coetanei e vicini d’età sembra vogliano perpetuare quell’insaziabile senso di morbosità verso argomenti considerati fastidiosi, inopportuni, quasi al limite dell’immorale. Mi riferisco al tema dell’educazione sessuale e la sua divulgazione sia nei luoghi preposti per diritto, come la famiglia, sia in quelli di formazione come la scuola. E’ di pochi mesi la pubblicazione in Germania, di un manuale per l’educazione sessuale agli adolescenti. “Make Love” questo il titolo del libro scritto a due mani da un’importante sessuologa e una giornalista freelance. Non solo in due mesi ha raggiunto le duecentomila copie vendute ma è stato inserito dal ministero della pubblica istruzione come libro di testo. Il libro racconta il sesso senza vergogna, con un linguaggio sobrio, attraverso un apparato di note di carattere scientifico ed antropologico, partendo dal presupposto che viviamo in un’epoca di invasione pornografica, in rete, alla televisione, nelle riviste, ma di sessualità ne sappiamo davvero poco. A corredo dei testi, fotografie di intimità eterosessuale e omosessuale. Il messaggio di fondo è che nominare in modo appropriato il sesso e tutto quel che gli ruota attorno serve ad aumentare la consapevolezza di sé e degli altri e la capacità di gestire desideri, impulsi, situazioni. Non a caso, più volte viene ripetuta l’indicazione che si deve dire di sì solo quando se ne ha voglia e che non ci si deve mai sentire forzati: il no è sempre legittimo e deve essere rispettato, anche se arriva all’improvviso. Sfogliandolo vi si trovano informazioni utili sui diversi orientamenti sessuali, omosessualità, bisessualità, eterosessualità, con un paragrafo dedicato anche a pratiche come il travestitismo e alla questione della transessualità. Ha poi un focus sulle malattie a trasmissione sessuale come Aids/Hiv, epatite b, herpes genitale, papillomavirus, sifilide, gonorrea e sulle tipologie di anticoncezionali ormonali e a barriera, come il preservativo maschile e femminile. Quest’ultimo, il Femidom, è “l’unico contraccettivo che protegge dalle malattie a trasmissione sessuale nei rapporti se l’uomo non vuole usare il condom”. E potrei continuare a decantare lo spirito didattico divulgativo di questo testo ma mi fermo qui. In Italia è appena stato pubblicato da L’Ippocampo edizioni e promette di fare discutere. Ecco, questo è il punto. Ancora questo argomento ! Seppur di primaria importanza, “riguarda l’origine e uno dei pochi veri ed intensi piaceri della vita”, al potere politico, scolastico, famigliare ma soprattutto religioso è pruriginoso. Lo è tal punto che se esplicitato si pensa induca il giovane lettore a sconsiderate azioni di piacere solitario o di arrembaggio verso la preda sessuale predestinata. Che delusione, che amarezza in questi padri e madri miei coetanei che ancora gridano allo scandalo appena ipotizzata l’idea di parlare di sesso ai ragazzi. Per fortuna non tutti sono così ma, l’evidenza insegna sono ancora in minoranza, altrimenti qualcosa sarebbe cambiato. Nell’ultimo ciclo di trasmissioni radiofoniche che ho condotto “Gente Comune”, sono stato per dieci settimane nelle piazze, nei bar, fuori le scuole. Ho incontrato giovani, adulti ed anziani. Ho rivolto loro domande anche impertinenti e personali a riguardo il sesso. Ne è emerso un quadro desolante. Non per i giovani, quelli erano più preparati di quanto i media ci facciano credere, amano infatti raffiguararli come bamboccioni. La desolazione è venuta dalle affermazioni ottenute circa la fonte delle loro informazioni; non se ne parla in famiglia, non se ne parla a scuola. Quando qualche audace insegnante si prende l’onere di farne parola, rischia l’allontanamento . Intanto proliferano le malattie sessualmente trasmissibili. Dopo molte proteste si è tolta la censura alla parola preservativo in uno spot nazionale sulla prevenzione all’Aids, altrimenti non si citava l’unico mezzo che al momento protegge la vita dei nostri ragazzi. Questo è il quadro di un Paese che non vuole crescere, dove la parola sesso incute ancora paura se pubblicamente pronunciata. Il sesso è qualcosa di sporco e quest’aggettivo, nella nostra cultura, pare esser indelebile anche di fronte ai più aggressivi detersivi di innovazione sociale e scientifica. Non mi resta che attendere altri trent’anni per veder fuori luogo la mia tesi, semprechè questi giovani e disinibiti ragazzi, una volta divenuti adulti non imbabbioniscano pure loro in quel laconico comune senso del pudore.
Purtroppo l’Italia è sempre indietro a queste cose, complice anche la presenza della Chiesa. Almeno, secondo il mio modesto parere naturalmente. Credo che intorno all’argomento ci sia spesso morbosità e ipocrisia da parte di molti e dalle autorità mediatiche che vi puntano e al tempo stesso censurano! Un saluto! Andrea
Concordo pienamente 🙂
Continuate così, bravi!
Ciao .
Ti ringrazio del pensiero che non può farmi che piacere.
Buona giornata
Bruno