“Zio Giulio” se n’è andato. Io, uomo qualunque lo ricordo così.

Nessuno più si aggirerà tra le stanze, cercandolo per avere una “dritta”. Scherzo del destino, proprio a lui che dritto non era. Furono gli anni del potere democristiano e della “regina d’Italia” come chiamavamo la santa allenza CAF di Craxi, Andreotti e Forlani nei due governi dal 1989 al 1992, la cui fine è poi nota a tutti come Prima Repubblica. Perchè scrivo qualche riga su questo personaggio della nostra politica? Nonostante possa sembrare insignificante nell’oceano d’inchiostro irrigato dalla stampa nazionale e mondiale in queste ore, lo faccio perchè ebbi la fortuna, o sfortuna, dipende dai punti di vista, di conoscere, ascoltare, e imparare da “Zio Giulio” così lo si chiamava a Palazzo. Dapprima, seguii due corsi di formazione politica a Roma, in cui tenne lezioni sulla necessità della politica in una nuova democrazia; successivamente in altre due circostanze. La prima, nel corso della stesura del disegno di legge sull’obiezione di conscienza, come segretario parlamentare del Vice Presidente della Commissione Difesa alla Camera (DC) avevo il compito di far supervisionare le varie modifiche al testo che venivano richieste dalle altre forze politiche ; la seconda mentre era Ministro degli Esteri durante il governo Craxi, seguivo lo sviluppo di progetti a cura della Cooperazione allo Sviluppo dello stesso Ministero. Il mio ricordo è quindi personale e non attinge alle rimembranze del personaggio pubblico. Il tratto che più ha influenzato la mia formazione professionale è senza dubbio la determinazione nel far emergere nel corso di trattative o di iniziative da realizzare con attori di differente opinione politica, di cultura o di nazionalità, ” i punti di convergenza “. E’ stato un insegnamento profondo. Lo ripeteva all’infinito, mai perdere la pazienza, insistere nel fare emergere i punti di accordo perchè è su quelli che potrà nascere un’allenza, il presupposto per un lavoro costruttivo. Puntare  molto tempo sui contrasti sperando di appianarli, non solo innervosisce gli animi ma acuisce le possibilità di non raggiungere ad un accordo. Questa sua devozione al metodo mi ha condotto a molti successi in situazioni diplomatiche a volte irrisolvibili. “Inclusione” era un’altra pietra miliare del suo modo di agire, quando voleva realizzare dal nulla un progetto. Includere significa “aprire” e quindi rispettare quei principi di democrazia a lui cari, escludere a priori, presuppone arroganza, esibizione di forza e supremazia che portano come logica conseguenza rotture e inefficienza.  Ascoltava molto e con attenzione. Sapeva leggerti la competenza e se non traspariva nel lavoro sottoposto, si affrettava a gettare una “dritta” che guarda caso, rimetteva in carreggiata ogni cosa fino al raggiungimento dell’obiettivo. A volte ti fissava immobile, lasciando al solo ticchettio delle dita sulla scrivania il compito di animare la vita di stanze pervase da assoluto silenzio, quasi onorandolo della presenza. Non l’ho mai visto alzare la voce, una sola volta non lo convinse un console brasiliano venuto per illustrare lo stato di avanzamento della costruzione di un ospedale ad Islamabad in Pakistan. Si irritò molto, ticchettando più del dovuto, poi raccolse le carte che aveva dinnanzi, si limitò a dire “l’incontro è terminato ho da fare”, si alzò senza dare la mano all’ospite e se ne uscì, lasciando il console senza parole. Amava rompere l’attenzione con battute di spirito per poi riprendere immeditamente la serietà istituzionale che lo contraddistingueva. Non dimenticava mai gli amici e il suo rapporto con il collegio elettorale. Era vicino ai più deboli e lontano dai riflettori ha davvero svolto azioni caritatevoli nell’assoluto silenzio mediatico. Questo è l’uomo Giulio Andreotti che ho potuto conoscere. Quello delle trame, dei misteri, il belzebù della politica, l’ho letto e ascoltato da sempre sia nel Palazzo, sia tra la gente comune, perchè a Roma “Zio Giulio” era sempre sulla bocca di tutti, nel bene o nel male.

2 commenti su ““Zio Giulio” se n’è andato. Io, uomo qualunque lo ricordo così.”

  1. Sono stato molto contento di aver trovato questo sito. Voglio dire grazie per il vostro tempo per questa lettura meravigliosa! Io sicuramente mi sto godendo ogni post e ho gia’ salvato il sito tra i segnalibri per non perdermi nulla!

    1. Grazie sei molto gentile e non posso che esserne onorato. Sono solo pensieri quotidiani e piccoli tributi a persone che hanno lasciato o danno qualcosa a questa società .

      Grazie di nuovo . Benvenuto buon weekend .
      Bruno

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