“Dal momento dunque che l’ascolto comporta per i giovani un grande profitto , ma non un minore pericolo, credo sia bene riflettere continuamente, con se stessi e con altri su questo tema. I più invece, a quanto ci è dato vedere, sbagliano, perché si esercitano nell’arte del dire prima di essersi impratichiti in quella di ascoltare, e pensano che per pronunciare un discorso ci sia bisogno di studio e di esercizio, ma che dall’ascolto, invece, possa trarre profitto anche chi vi si accosta in modo improvvisato. Se è vero che chi gioca a palla impara contemporaneamente a lanciarla e a riceverla, nell’uso della parola, invece, il saperla accogliere bene precede il pronunciarla, allo stesso modo in cui concepimento e gravidanza vengono prima del parto. I parti e i travagli “di vento” delle galline si dice diano origine a gusci imperfetti e privi di vita: così realmente “di vento” è il discorso che esce da giovani incapaci di ascoltare e disabituati a trarre profitto attraverso l’udito, e ” oscuro ed ignoto, si disperde sotto le nubi “.
Plutarco ( L’arte di ascoltare )