L’audacia della semplicità.

Quando qualcosa, come un comportamento, un’azione, o qualcuno ci appare insolito, in questo mondo di abitudini non fatica ad attrarre il nostro interesse. Tutto, in certe giornate, periodi mi pare così artefatto, e non fatico a credere lo sia veramente. Così, assisto compiaciuto di ciò che accade da qualche settimana nel mondo mediatico. Rifletto e mi domando : ” quanti anni avrebbero impiegato le migliori agenzie specializzate in comunicazione a trovare un testimonial in grado di trasmettere messaggi di contenuto e di immagine in pochi giorni ad un pubblico universale ? Ed ancor meglio, che gli stessi messaggi  fossero accolti da consensi  su scala planetaria ? Credo, opinione personale forse presuntuosa, nessuna. Semplicemente perché, parlo per un pò di esperienza acquisita, ogni nuovo testimonial, personaggio o semplicemente figura di attraversamento temporaneo mediatico, riferito a coloro che diventano conosciuti per il tempo a cui si legano ad un fatto di cronaca o avvenimento, si prepara, si atteggia, si plasma attorno ad un’immagine mirata o pre confezionata. Chi desidera apparire è consapevole a chi vuole arrivare e cosa ottenere. Oggi , un uomo vestito di bianco ha rotto questi schemi ed è arrivato alla mia parte umana ed emozionale in modo diretto, profondo. Papa Francesco, come si dice in gergo, ha bucato il video in centinaia di milioni di famiglie e case. Quando morì Giovanni Paolo II, lessi con attenzione e per passione personale, le biografie dei cardinali eleggibili e quella dell’allora cardinal Bergoglio mi stupì incredibilmente. Precedentemente per spostamenti di lavoro, non ebbi mai occasione di incontrarlo a Buenos Aires ma gli argentini già lo conoscevano bene. Restai colpito  approfondendo la conoscenza sull’ opera caritatevole che esercitava nelle disperate comunità delle favelas argentine; dal suo rigore e l’essere lontano dai riflettori dei media e dei palcoscenici istituzionali, non ultimo, lo stare in mezzo ai giovani, soprattutto gli ultimi. Quando seppi che fu ad un passo dall’elezione e che fu lui stesso a rifiutare, dicevano allora fosse malato, ci restai male perché come cristiano, cattolico ho sempre avuto un’idea personale di come dovesse essere il mio Papa di riferimento, un Papa universale, trasversale, un Papa con l’amore autentico per la sua chiesa, il suo gregge di fedeli, un Papa che portasse avanti la parola di Cristo ma contestualmente rispettasse la dignità e le differenze di credo, esaltando unicamente l’indiscutibile valore della persona umana. Un papa che parlasse dritto ai cuori attraverso l’esempio. La sera dell’elezione ero incollato come milioni di persone allo schermo, pronto a sentire un nome legato a correnti vaticane curiali, non lo nego. Sentito con sorpresa assoluta il suo nome e ascoltato nella pronuncia delle prime frasi alla loggia, ho il nitido ricordo di un brivido fortissimo seguito a commozione;  ho pensato ad 8 anni prima ,quando auspicavo un suo papato. Papa Francesco buca in modo mediatico, non perchè appartenga a quest’epoca tecnologica e multimediale ma semplicemente perchè è se stesso, non ha bisogno di crearsi personaggi ad hoc , di farsi studiare strategie per parlare ai fedeli, alle masse. Quando, come lui, nella sua storia,  ti rivolgi agli agli emarginati, ai dimenticati , quando hai l’abitudine ad ascoltare la disperazione, dover confortare, dare speranza, portare la parola di un Dio a quegli ultimi, convinti che Dio non esista, o a loro non voglia parlare, allora non servono inutili etichette, protocolli, scorte, agi, lussi e privilegi. Serve unicamente l’essenziale, ma soprattutto,  un valore naturale e innato come vi è in quest’uomo, l’audacia della semplicità .

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