Ci risiamo, negli USA un simpatico giovanotto di 26 anni fa divampare l’ennesima discussione sull’indebita intromissione di internet e dei social nella vita di moglie e marito o di una coppia. Jacob 26 anni, cercava disperatamente una donna. Vecchio problema. Che Jacob ha risolto sul web. Ha scelto un sito di incontri, di quelli che sono di supermoda, e ci ha infilato i suoi dati: non sono tanto bello, uno normale direi, ma ho fatto il college e mi piace il baseball. Cose così. Un amo gettato nel grande oceano delle emozioni virtuali. Si pesca? Lui ha pescato. Moltissimo. Lui, che fino al giorno prima in se stesso credeva così così (“mai stato un figo, mi sarei anche accontentato”) ha scelto una ventiduenne spaziale. Mora, brillante, raffinata. La cosa è andata avanti due anni. All’inizio Jacob si preoccupava di lei, poi ha ricominciato a pensare soprattutto al baseball e quando la mora spaziale gli ha fatto capire che così non andava bene, lui ha dato il via alla sua rivoluzione personale. L’ha guardata negli occhi e le ha detto: vai pure, su internet ne trovo mille come te. Sgradevole. Volgare. Insopportabile. Eppure plausibile. Tanto da diventare un caso nazionale raccontato dalla rivista Atlantic e ripreso dai media di tutto il Paese.
Nel 2011, in ogni caso, Mark Brooks, consulente di una compagnia di siti di appuntamenti on line, ha pubblicato un testo considerato decisivo: “In che modo internet ha cambiato la società”. I capisaldi sono tre.
1 – Gli appuntamenti su internet hanno reso gli uomini più disponibili 2 – Gli appuntamenti su internet potrebbero essere in parte responsabile della crescita dei divorzi 3 – I matrimoni di bassa qualità, quelli pieni di insoddisfazioni e di recriminazioni vengono in genere distrutti appena uno dei due coniugi scopre la possibilità di appuntamenti su internet.
Per questo il caso Jacob è diventato l’emblema dell’amore liquido. Se il mercato si allarga tu compri, consumi, cambi, perché è più facile trasformare la propria esistenza in una porta girevole che in un impegno costante. E solo chi non conosce internet è destinato alla solitudine. E forse, chi lo conosce, all’impossibilità di provare sentimenti. Se non quelli biecamente individuali. Vite attorcigliate al proprio ombelico.
Fanno riflettere queste considerazioni ma credo rimandino alla cruda verità di questi tempi. E’ un supermercato così assortito che è più facile avvertire pulsioni e beni turgidi al basso ventre che un nodo in gola, un battito accelerato o quell’emozioni che provi una volta e non le dimentichi più. Come si possono apprezzare le qualità del partner e comprenderne a fondo i valori se si insinua in ognuno il dubbio che là fuori possa esistere di meglio ? Per questo dimentichiamo spesso chi abbiamo accanto. Ce ne dimentichiamo tanto facilmente che diamo tutto per scontato, persino che sia sufficiente un freddo saluto al momento del rientro a casa ogni giorno. Lo diamo tanto per scontato che alla perdita di ciò che consideravamo “nostro per sempre” riavuti dallo schock, riscopriamo i valori della vita e per un altro breve periodo ci illudiamo di esser cambiati.
Cosa ne penso in definitiva ? Credo nell’amore, unico sentimento che veramente mi appaga come uomo.